martedì 30 settembre 2008

Roberto... ritorno e vendetta!



Faccio radio da trent’anni (ho cominciato quando ancora frequentavo il Liceo Classico), di cui venti alla Radio Svizzera. Sono stato uno dei pionieri della Rete Tre e adesso agito il vostro sonno “radiosvegliandovi” molto spesso già all’alba delle 5 sulla Rete Uno. Pensavo di essere uno dei tanti illustri sconosciuti che bazzicano l’etere, finché un giorno mentre parlavo con la cassiera del supermercato un tale mi fa: “Ma lei è per caso Roberto Rizzato?”. Mi aveva sì riconosciuto dalla voce; ma la sua identificazione era stata resa possibile dal fatto che aveva visto la mia foto sull’ultima pagina dell’Illustrazione! In effetti quando cominciai nel 2003 la mia collaborazione con questa rivista, l’allora già ex-direttore regionale della RTSI, Marco Blaser, mi fece avere un suo biglietto d’auguri del tipo: “Vedrai che il fatto di scrivere su un giornale così radicato nel territorio ti darà grandi e insospettabili soddisfazioni”. È stato così e spero che lo sia ancora per TANTO tempo!
GRAZIE a tutti voi lettori (e spero anche miei ascoltatori) di essere così speciali :-)

P.Sss... Se vi va di dare una sbirciata anche ai miei fotoritocchi (oltre a quelli di Gabriele Campeggio presenti in questo blog), cliccate qui: http://www.flickr.com/photos/rizzato/

1 commento:

digito ergo sum ha detto...

Detesto le limitazioni. Non è scrivere per "una rivista così radicata..." ma è lo scrivere che da' soddisfazioni. E anche assuefazioni. Scrivere (a saperlo fare, intendo) è già qualcosa che, di suo, rovista l'anima. Se chi scrive riesce rovistare l'anima di chi legge, allora il miracolo è compiuto. Come dice De Gregori (mica uno "pizza e fichi", eh) non serve credere ai miracoli per saperli fare.

Evviva la radio. E anche l'ulna.